Sono Massimo, appassionato di fotografia dall'età di undici anni. Sono cresciuto con reflex, pellicole, esposimetri. A quel tempo lo scatto doveva essere ben ragionato, non si scattava a raffica; si facevano esperimenti 'al buio' e per ogni risultato c'era l'attesa dello sviluppo e della stampa che faceva il laboratorio fotografico.  Con l'avvento del digitale, le fotografie sono diventate immediate ma per me impalpabili, accumulate in memorie e server, migliaia di scatti...ma quanto cuore e pensiero c'è in ognuno di essi?
Ho ripreso quindi a scattare con macchine analogiche, le mie carissime M3 e Rolleiflex mi accompagnano ovunque. E per meglio controllare il processo dallo scatto alla stampa mi sono ricavato una piccola camera oscura a casa. Quando ho scoperto la fotografia minutera, o di piazza, mi sono illuminato: il processo fotografico nella sua essenzialità e nel suo vero spirito. Una piccola camera oscura portatile con i suoi liquidi e pozioni magiche, un supporto (la carta fotografica), che ha una sensibilità bassissima e reazioni diverse ai tipi di luce. E soprattutto il piacere di ritrarre persone che volontariamente si prendono una decina di minuti per mettersi in posa, attendere il risultato mentre raccontano di sé, come se nella fotografia potesse entrare (ed entra, ve lo assicuro) anche tutta la loro storia. 
 
Se vuoi sapere di più rispetto alla storia della fotografia minutera.  
 
Se vuoi conoscere la filosofia della fotografia minutera.